Parliamo di talent show: Amici di Maria De Filippi

Appartengo a una generazione nata e cresciuta con i talent show, dai primissimi programmi con i bambini canterini ai più spettacolari e seguiti della televisione, da Io canto e Ti lascio una canzone a X factor e Amici di Maria De Filippi. La mia analisi si basa sulla mia totale ignoranza riguardo alle tecniche televisive, alle strategie di mercato, forse anche alle preferenze del pubblico, si basa solamente su ciò che in pochi anni ho visto, e su articoli letti sicuramente più tecnici e professionali del mio.

Amici, un nome una garanzia. Va in onda da diciotto anni, un tempo si chiamava Saranno famosi e richiamava ballerini, cantanti e attori, tutti nella stessa scuola, tutti studenti in ogni materia. E’ stato probabilmente uno dei primi talent show, un azzardo?, anche, perché nessuno sapeva se avrebbe effettivamente funzionato. Certo è che i vincitori dei primi anni non se li ricorda quasi nessuno. Dennis Fantina, Giulia Ottonello, Antonino, Federico Angelucci, mettiamoci anche Marco Carta reduce dall’Isola dei Famosi, sono perfetti sconosciuti. Ai ballerini forse è andata un po’ meglio, perché hanno potuto partecipare, chi più e chi meno, alla trasmissione da professionisti, ottenendo così una visibilità non da poco. Poi è arrivata l’ottava edizione e la vittoria di Alessandra Amoroso, quella che tutti hanno in bocca quando si parla dei talent show, quella che più di tutti ha saputo costruire una propria carriera, quella che ad oggi non è scomparsa nel dimenticatoio ma macina album e tour in tutta Italia. Forse la prima con un talento vero, che può piacere o non piacere. La prima ad aver dimostrato che anche i talent show possono dare un contributo alla discografia italiana. In quella stessa edizione arrivò secondo Valerio Scanu, che poi finì sul palco di Sanremo e vinse nel 2010, riuscendo negli anni a mantenere una sua carriera immersa nell’ombra e qualche raggio di luce. La nona edizione è stato un anno di grandi nomi, Emma Marrone, Loredana Errore, Pierdavide Carone, Enrico Nigiotti, artisti che sono riusciti a farsi conoscere nel breve termine, ma che poi hanno faticato a ripagare le aspettative. La stessa Emma ha registrato un flop clamoroso con il suo ultimo album, ed Enrico Nigiotti è riuscito a emergere nuovamente solo grazie alla partecipazione ad X factor. Negli anni successivi sono poche le eccezioni che sono riuscite a far carriera, penso ad Annalisa, Deborah Iurato, i The kolors. I Dear Jack si sono sciolti quasi subito, Moreno è un caso dimenticato, Briga è stato accompagnatore di Patty Pravo al festival di Sanremo 2019, nulla di più. Eclatante è stata poi la quindicesima edizione, che ha visto in finale due cantanti: Elodie e Segio Sylvestre. Due voci che, se fossero state valorizzate, avrebbero contribuito realmente alla buona discografia italiana. Ma qualcuno li ha più visti o sentiti? Il loro primo e unico tour è stato cancellato improvvisamente, ogni tanto compaiono ai vari concerti dell’estate, o come immagini di copertina delle riviste di seconda mano, ma della loro voce non si è più ascoltata una nota. E dire che Sergione l’ho visto dal vivo, ad un concerto di Capodanno qualche anno fa, e avrebbe potuto davvero cantare, emozionare, crearsi un pubblico ed una carriera di tutto rispetto. Elodie la ricordiamo come quella dai capelli rosa, ma Emma la prese sotto la propria ala protettiva, la aiutò a crearsi un’identità, a farsi conoscere nel mondo musicale, perché probabilmente aveva visto qualcosa in lei. Ma il tempo ha dato le sue risposte, e nessuno ha saputo garantire loro un futuro. Ecco, credo che questo abbia segnato una svolta nella maniera di concepire questo programma, una svolta ancora più evidente se pensiamo alla sedicesima edizione, e ai cantanti o presunti tali che Maria De Filippi ha lanciato sul mercato: Riccardo Marcuzzo, Federica Carta, Thomas Bocchimpani. A mala pena vent’enni allora, a mala pena ragazzi oggi. I classici bei faccini per adolescenti, poco importava che fossero bravi a cantare, Riccardo ha stonato dalla prima all’ultima puntata, Thomas si è presentato come un ballerino che ogni tanto cantava, Federica era una perfetta ragazzina da karaoke. Eppure hanno funzionato. Il programma lo ha capito, ha capito il pubblico a cui rivolgersi, la qualità a cui puntare, i personaggi da ricercare, ed ecco che l’anno dopo ci rifila Irama, Einar, Carmen e Biondo. Irama era in quell’anno un prodotto dimenticato dalla sua stessa etichetta discografica, Einar un ragazzo stonato come pochi ma con un vissuto difficile e tormentato, Carmen la bulla o bullizzata della classe, non lo si è mai capito, e Biondo il rapper che ha introdotto l’autotune nel programma e ha rischiato l’espulsione per un rave party in hotel. In sintesi, sia chiaro. Perché poi non nego che tutti costoro possano piacere, qualcuno li ha piazzati almeno per metà sul palco dell’Ariston, qualcun altro ha pubblicato i loro album, contendendosi addirittura il contratto. Forse non lo si può più definire talent show, ma i suoi successi prettamente economici li ha ottenuti, la sua fama perdura, e ormai chiunque si trovi davanti ad un volto nuovo domanda: “E’ uscito da Amici?”. E’ matematico. Amici funziona, funziona perché ti cattura, perché riprende i ragazzi dodici ore al giorno e registra ogni parola, segue i litigi e i nuovi amori e li manda in onda, è capace di costruire attorno ai concorrenti dei personaggi, delle maschere odiate o acclamate a prescindere dal loro talento. Amici è intrattenimento, gioca con dei ragazzi, con i loro istinti, con il loro sogno di cantare o ballare, non valorizza le loro capacità ma i loro caratteri e le dinamiche sociali, e dove queste non ci sono vengono create ad arte, con falsi ammiratori segreti, con insulti anonimi fatti leggere ai ragazzi, con umiliazioni pubbliche, con filmati compromettenti andati in onda per fomentare i litigi. La musica? La danza? Un dettaglio. E non è un caso se tra i più longevi professori di Amici c’è Rudy Zerbi, produttore discografico, con l’occhio focalizzato sui prodotti amati dal mercato. Il bel canto è surclassato dal bel volto, dai ritornelli da spiaggia, dall’autotune. Negli anni si sono presentati bravi cantanti e brave cantanti, tutti scartati in favore di qualche caso mediatico.

Oggi è in corso la diciottesima edizione, al banco dei professori siedono anche Alex Britti, non uno sconosciuto, e Timor Steffens, ex ballerino di Michael Jackson per il suo tour. Tra i concorrenti spicca una cantante, di diciotto anni appena, poliglotta e polistrumentista, con una voce rara e una capacità di spaziare tra i generi sorprendente. Spiccano anche ballerini eccellenti, provenienti dai teatri più illustri e da anni di studio accademico. Spicca anche un cantante lirico, che ha una tecnica precisa e una voce unica. Spicca il talento in mezzo a tanta mediocrità. E come ogni anno ho la speranza che venga premiato, che quei cantanti possano avere successo, costruirsi un proprio futuro, anche con qualche delusione, anche con fatica, anche senza contratti regalati dalle macchine da soldi che sono le case discografiche. Perché oggi la discografia ti mangia. Se non sottostai alle regole, il mercato ti inghiotte, ti cancella. E allora forse il vero problema non è solo Amici, che premia solo chi ha la possibilità di sopravvivere, il vero problema è anche là fuori, là, dove le case discografiche non cercano più il talento, cercano nomi da strumentalizzare per guadagnare. Non sarebbe forse meglio smettere di accontentarle così?

9 pensieri su “Parliamo di talent show: Amici di Maria De Filippi

  1. Maria De Filippi è un personaggio unico. Trasforma in oro (per lei) tutto ciò che crea e al tempo stesso trasforma in letame i posti in cui si piazza, vedasi tv e discografia con Amici e Uomini e donne.

  2. Il punto è che sono tutti carne da macello da tritare bene per la durata del programma, dopo diventano carne marcia da buttare via. Nessuno li segue nel percorso dopo la vittoria, se non hanno promozione, distribuzione e un buon agente, anche i fenomeni si spengono come le luci dopo lo spettacolo.

  3. Sono molto scettico riguardo ad Amici, che mia moglie segue sempre da anni ed io di riflesso, dato che abbiamo una sola TV in casa.
    In tante edizioni solo 2-3 cantanti davvero bravi sono riusciti ad emergere, il ché a me sembra davvero poco dato che si parla di “talent”.
    Cavolo, in tanti anni di “talent” solo 2-3 cantanti bravi?
    Ballerini non saprei, non ne conosco la carriera post Amici, ma dubito che stiano calcando palcoscenici prestigiosi.

    • Io credo lo si segua tanto anche per abitudine dato che sono 18 anni che va avanti.. che siano usciti pochi bravi è vero, sarà anche il fatto che di veri talenti ce ne sono stati pochi non so… i ballerini emersi sono quasi tutti rimasti nel giro della De Filippi credo, anche se non li ho seguiti particolarmente, certo hanno trovato di che campare hahah

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