Freddo polare

Una settimana fa uscivo ancora di casa con la giacca di pelle, i maglioncini-ini-ini, il collo al vento. Una settimana fa c’erano venti gradi, gli autobus erano bollenti, i riscaldamenti neanche partivano. Nel giro di un giorno le temperature sono scese a zero, la nebbia è risorta, il vento gelido ha preso vigore, la pioggia ha preso coraggio. Io ho rispolverato la giacca termica di piume d’oca, le sciarpone di lana che fungono anche da copertina, i maglioni di un chilo l’uno, e i guantini con le dita mozzate per poter usare il cellulare. Ora, passare da una piacevole primavera mediterranea al Circolo Polare Artico in una notte non è un bene. Perchè mi posso abbracciare i caloriferi, adattandomi a scrivere per terra anzichè su una scrivania, posso vestirmi a cipolla con otto strati di magliette della salute, posso aprire l’ombrello quando piove, anche se me la prendo tutta in faccia per colpa del vento. Posso provare a resistere, ma non funziona. Io ho freddo. E c’è poco da scherzare, perchè anche quest’anno i primi fiocchi di neve si sono già intravisti, minacciosi, ma io ho ancora la giacca di pelle sull’appendiabiti nella vana speranza di farle prendere un’ultima boccata d’aria.

Tra gli effetti collaterali del freddo, mi dimentico le cose. Come il quotidiano post della mattinata, puntuale come un orologio svizzero, alle otto spaccate. Chiedo venia.

16 pensieri su “Freddo polare

  1. Qui nel Salento un bellissimo e caldo sole… dopo una notte di tempesta con grandine… dai Natale lo passeremo in spiaggia 😛 non ci capisco più niente 😀

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