Tour dell’Andalusia – Considerazioni finali

Insomma, due settimane che sono volate via. Due settimane di vacanza, due settimane di resoconti finali.

Immancabile è stata la mania delle fotografie dal finestrino dell’aereo, più immancabile dell’applauso tutto italiano all’atterraggio, immancabile anche se il vetro era opaco come una pentola sporca, e l’aereo faceva un rumore di ferro vecchio che avrebbe inquietato chiunque.

Non ci siamo fatti mancare il tramonto sul mare, poetico e da innamorati, magico, e per di più ad un’orario più tardo della madrepatria. Il sole scendeva con una rapidità incredibile, quasi corresse pensando di essere in ritardo. E dopo la sua discesa dietro la scogliera, rimaneva quel colore rosato brillante e il piacevole flusso della marea.

A proposito della marea, abbiamo avuto modo di conoscere a fondo l’oceano, con le sue temperature polari, simili a quelle della doccia di casa quando la caldaia lavora a rallentatore, con le conchiglie abnormi e dure come delle pietre, con la melma che le donne usano per farsi i fanghi artigianali, quasi fosse una spa a cielo aperto, e con la marea che cambia in poche ore, invade con le sue onde gli asciugamani incustoditi, abbatte gli ombrelloni, rovina irrimediabilmente le borse. Eppure è un fenomeno affascinante, con la sua schiuma e quel suo spingersi sempre un passo oltre.

Non siamo morti di fame, questo va detto subito. Nonostante si parli di tapas, di porzioni piccole, più piccole dei ristoranti di lusso a cinque stelle Michelin, insomma: che stanno nel cucchiaino da caffé. Nonostante questo, abbiamo mangiato, e bene. Pesce, carne, salsine strane, insalate, l’immancabile paella accompagnata da un bicchiere di sangria, il vino con la frutta che io berrei come fosse acqua.

Siamo stati sempre accolti con cortesia, abbiamo sempre capito il loro spagnolo mescolato a qualche termine in italiano a noi dedicato, perché evidentemente siamo passati per gli incapaci di turno che comunicano a gesti. Siamo stati accolti anche con simpatia, con buffe decorazioni di asciugamani degne di un museo di arte moderna:

La nostra fedelissima 500X ha lavorato alla perfezione, percorrendo chilometri e chilometri ogni giorno, senza prosciugare la benzina come un imbuto. Certo, ha fatto qualche scherzo, come l’aria condizionata a sedici gradi e le ventole al massimo, roba da prendersi tre colpi della strega in uno. Oppure ci ha fatto prendere un infarto, quando, mentre ci allontanavamo dal parcheggio, ha cominciato a suonare il clacson da sola. Ci vuole un buon rapporto con le auto, bisogna sapersi adeguare, farci amicizia, apprezzare ciò che si ha. E con la musica portata da casa sparata dallo stereo è andato tutto liscio come l’olio.

Ci sono stati momenti culturali, come il museo di Picasso arricchito di citazioni stampate sul muro, le sole che si potevano fotografare, e che io ho letto dalla prima all’ultima riga.

O come gli artisti di strada, che con l’umiltà di chi si sistema contro al muro, scavalcato da centinaia di persone al minuto, si diverte eseguendo la propria musica come meglio sa fare. Ancora più incredibile è stato ascoltare Amy Winehouse arrangiata con gli archi, un’artista che adoro e che pochissime persone conoscono davvero. Hanno meritato la mia monetina.

Quel che resta di queste due settimane sono tante foto, tanti ricordi, tanti video più o meno riusciti, ma del resto non lavoro nel multimediale. Restano i miei racconti qui abbozzati, nel tentativo di riportare a parole le tante e svariate emozioni che ho provato in questo viaggio. Ma è difficile, perché ciascuno lo vive a modo proprio, ciascuno preferisce una meta ad un’altra, e probabilmente qualcuno si chiederà come io abbia fatto a sopportare quarantadue gradi, o i flutti oceanici, o le spiagge non attrezzate, o la valigia da fare e disfare ogni giorno. Ecco, l’ho fatto. E mi è piaciuto. Non basta solo questo?

11 pensieri su “Tour dell’Andalusia – Considerazioni finali

  1. Ma dai conosco la piccolina (di età) che sa scrivere così tanto bene. Ma da cosa è nata la passione per aprire il tuo blog che tra l’altro segui molto? Non certo come me che pubblico articoli in maniera random. Bene, felice di conoscerti 🙂

    • Ma grazie di cuore! Una passione nata… non saprei, forse dall’esigenza di esprimermi in un periodo in cui non riuscivo a trovare con chi farlo… poi le cose sono cambiate ma questa passione mi è rimasta, come se fosse un mio spazio personale da non abbandonare mai 😊 E non sminuire i tuoi post random perché io ti leggo sempre!

      • Sono 6 anni che gestisco questo spazio e, ancora oggi, provo un piacere enorme a parlare dei miei viaggi. Non ho trovato uno sbocco per guadagnarci un po’ ma continuo per memorizzare quelle emozioni che svanirebbero con il passare degli anni. Un bacio 🙂

      • E fai bene, lo scopo principale dovrebbe essere proprio quello secondo me, il guadagno può arrivare o non arrivare… è bello conservare qui quei ricordi e magari tornare a leggerli dopo anni :))

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