Per una persona che se ne va…

Altre persone arriveranno. Non è morto nessuno, ma la distanza da qui all’America è impegnativa, troppo per ritrovarsi ogni weekend. Sei stata una mia cara amica, quando avevo un bruciante bisogno di essere accolta e stretta forte, sei stata al mio fianco quando non c’era nessun altro, per un anno. Abbiamo dormito assieme, siamo uscite assieme, abbiamo pranzato assieme, al ristorante giapponese, abbiamo studiato insieme prima dell’esame. È stata una storia breve, siamo sempre state due persone diverse, con interessi inconciliabili. Tu amante del disegno, io di letteratura, tu appassionata di manga, io di film in televisione, tu che hai fumato ed io che ne sono sempre scappata. Ma eravamo timide, e probabilmente sei la persona che più mi capirebbe se ti dicessi che spesso sto in silenzio. Mi mancherai. Posso dirtelo? Lo so che nell’ultimo periodo non ci siamo frequentate, che non ero io a chiederti di uscire, e nemmeno tu. Lo so che tra di noi c’è poco spazio per parlare, ma in fin dei conti io mi ero affezionata. Quando ci hai detto che saresti partita, è stato strano, una sensazione assurda di vuoto, di nostalgia insensata, perché tu ancora c’eri. Non sono mai riuscita a rendermi conto di ciò che stavo per perdere, l’America è lontana, e tu sei stata sempre così vicina. Ti ho vista ridere, piangere, incazzarti, dormire con gli occhi socchiusi, chiacchierare, giocare a basket tutta sola come piaceva a te. Non ti conosco così a fondo, non c’è stata l’occasione per trasmettere noi stesse all’altra, e se potessi tornare indietro forse troverei il coraggio di chiamarti, di scriverti un messaggio ogni tanto, perché mi rendo conto adesso che mi mancherai davvero. È una mancanza strana, ultimamente eravamo distanti, mute, nei nostri mondi agli antipodi, e ci siamo riviste a un compleanno, sedute allo stesso tavolo, ma ho pensato che ci saremmo salutate di nuovo. Invece oggi parti, ed io rimango qui con il pensiero che forse, se avessi avuto più coraggio, avrei potuto abbracciarti. È strano pensare che tu vada in America, laggiù dove tutto è difforme, le leggi, la scuola, la lingua, il governo, il clima, il territorio. Non posso fare a meno di chiedermi come ti troverai. Andrai a studiare ciò che ti piace, e spero che tu possa trovare delle belle persone con cui vivere, come le hai trovate qui, persone che ti accolgano con tutti i tuoi difetti buffi e le tue bizzarre passioni, persone che condividano con te le esperienze migliori, o che ti guardino da lontano, come me, pensando a quanto tempo ho perduto. Te l’ho detto, avrei voluto salutarti di persona. In un abbraccio ti avrei detto tante cose. Ti avrei detto grazie per avermi dato la mano, quando stavo per andare a fondo ma quattro braccia mi hanno sollevata dall’acqua, grazie per avermi spinta verso un mondo nuovo, che non mi era mai appartenuto, e che nella tua grazia silenziosa mi ha fatto sentire per un periodo a casa. Poi ti avrei scusa, perché a volte ti ho fatto del male. Me ne vergogno, perché ho seguito la massa nel suo estrarre gli artigli contro le persone più fragili, l’ho fatto perché avevo paura, perché ero fragile anch’io. Ti avrei augurato di fare un buon viaggio, immaginandoti forse con le lacrime agli occhi a guardare le nuvole, ricordando quei momenti con i tuoi veri amici che in America non possono venire. Ti avrei chiesto di tornare a trovarci il più presto possibile, perché l’idea di non averti detto niente mi fa stare male. Non eravamo migliori amiche, ma mi ritrovo adesso a ricordare tutti quei momenti passati assieme, l’una accanto all’altra nello stesso letto, e poi a casa mia a mangiare, a costruire il plastico per le lezioni di arte, poi ancora ai compleanni, a scuola, in giro in centro. Tanti piccoli tasselli di un’amicizia mai nata. Era impossibile, perché siamo tanto diverse, noi due. Eppure qualcosa lo abbiamo condiviso, ed è questo piccolo spazio che condividiamo che oggi mi manca. É la sensazione che tutto sia scomparso insieme a te, lontano come lo è l’America, apparentemente irraggiungibile. Come se in un attimo il mio mondo avesse perso un pezzetto, e si trattenesse ora in equilibrio con un angolo mancante, è difficile, anche per noi che restiamo qui. Ma so che ce la farai, e so che ce la faremo. Nessuno si dimenticherà di te, perché nella tua semplicità, nel tuo essere te stessa sempre, hai costruito una catena di ferro di braccia strette, amiche e amici che piangono quando tu sei già in aeroporto, e se un giorno avrai paura, se un giorno ti sentirai sola, sappi che qui c’è gente che ti aspetta. Non sono io la prima della fila, ma sono fiera di averti conosciuta, felice di esserti stata amica, orgogliosa di tutte quelle persone che ti ringraziano con una foto, e ti scrivono che mancherai. L’America è lontana, ma tu devi tornare a trovarci. Troverai una nuova vita, nuovi amici, una nuova casa, una nuova città, una nuova scuola. Ma per noi che siamo qui, non ci resta che aspettarti. Quindi, amica mia, fai buon viaggio e vivi. Te lo auguro perché te lo meriti, perché so che non sarà facile, per noi timidi non lo è mai, ma tu hai una forza gigantesca e tanto, tanto coraggio. Parti e vivi, questo è il mio augurio. E quando presto tornerai, io ti prometto che sarò lì ad aspettarti, pronta per darti quell’abbraccio che oggi non sono riuscita a donarti. Non è un addio, ma una nostalgia per cui non piango, ma un poco ci sto male. Una specie di incavo tra i ricordi, un buco lá dove il pavimento dovrebbe reggere. Sei stata speciale, nel nostro poco condividere e poco parlare. Ti ho voluto bene davvero. E te lo dico qui, con un triste sorriso: mi mancherai, K.

20 pensieri su “Per una persona che se ne va…

  1. quell’abbraccio si è convertito in una lettera che ne ha la stessa valenza…forse la leggerà e si emozionerà anche lei, come noi. Ciao Bella! un bacio e buona domenica

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