Creta è, tra vivande e cazzate, infine (per davvero)

Posto in ultima fila, compagnia sconosciuta, una tal Neos dagli aerei celesti: ho le gambe in cancrena schiacciate sulla faccia, il getto d’aria condizionata proveniente dallo zenit, e un’ora circa di ritardo.

Milkshake, milkshake anche a colazione, a pranzo, a cena, come aperitivo, milkshake in ogni bar o ristorante che sia. Così decido di rintanarmi nel bar più rumoroso e musicale di Bali, con i tormentoni estivi giunti oltremare, a sorseggiare il mio gustoso milkshake alla fragola con cioccolato.

Primo esperimento tipico: pita gyros con salsa tzatziki, che fuoriesce a cascata da ogni lato, e pericolo scampato grazie al “without onion”, che m’ha evitato un puzzone di cipolla assassino. Esperimento riuscito.

Sono oreo-dipendente, traditrice dei Ringo. E in Grecia non esistono i Magnum, i Cornetti, la cioccolata Milka: esistono i Boss. I boss del gelato. Ripieni di pezzetti di Oreo, più cioccolatosi dei cereali al cioccolato. E si ingrassa con piacere.

Il caffè in Grecia è un tentativo da non fare. O ti ritrovi con un caffè solubile dal sapore di acqua sporca, o una sostanza liquida marroncina che ti si blocca a livello della faringe e torna su. Buono è invece il frappè, che loro servono rigorosamente al caffè, con sugar e milk a piacere, e pezzettoni di ghiaccio grandi quanto un alluce. Fresco e sicuramente di stagione, un ottimo esperimento riuscito.

A metà vacanza, un po’ di sonno arretrato. Tutto nella norma.

Si chiamano club sandwich, e non fatevi fregare, sono toast a tutti gli effetti. Le righe testimoniano. Farciti a dovere, morbidi come un cuscino, con tanto di patatine e salse a parte. A volte vagano per la spiaggia solitari, in cerca dell’affamato che ha ordinato il pranzo. Ma noi, ustionati in cerca d’ombra, ci siamo sempre piazzati in cerchio, sul contorno dell’alone scuro dell’ombrellone.

Per far scendere il pane quotidiano, non c’è niente di meglio di una coppa gelato, crema pistacchio e cioccolato fuso, da golosi patentati. Abbatto i pregiudizi: anche a Creta il gelato lo sanno fare.

E si controlla lo stadio d’ingrassamento. Tecnologia alla mano, chiamo questo metodo “analisi prospettica”.

Una foto seria dell’alba, dalla terrazza d’albergo. Un po’ di riposo per i muscoli facciali fa sempre bene.

Come a dire, “mi sento in colpa, ma sono in modalità aspirapolvere, potrei mangiare anche il tavolo”. Ordino l’hamburger vegano, con l’illusione che sappia di verdura, poi rubo il bacon a mamma e papà e lo nascondo sotto il pane. Il mio momento vegano ha avuto fine.

Nostalgia dell’Italia. Mai farsi vincere. Esperimento fallito: pizza con formaggio giallognolo, che quando si raffredda assume la consistenza del Galbanino. Non avevo mai lasciato nel piatto una fetta di pizza. C’è sempre una prima volta.

Incontri ravvicinati del terzo tipo.

Idromassaggio anticellulite del terzo tipo.

E l’ultima cena. Altro che pane e vino. Moussaka e Souvlaki. Come il mio Dio comanda.

Avete presente quei pirla che vi fotografano con le Canon professionali, poi vi mostrano i vostri bei faccioni per farvi comprare la foto? Ebbene, a noi la foto mica bastava, abbiamo comprato anche il portachiavi. Esperimento narcisista riuscito.

Vacanza finita e riuscita, non ho altro da aggiungere.

17 pensieri su “Creta è, tra vivande e cazzate, infine (per davvero)

  1. Per i tuoi stessi motivi che hai descritto benissimo, dopo averlo provato una volta e con un volo di 9 ore mi sono detta: MAI PIU’ UN VOLO CON LA NEOS!
    Se non lo si prova non ci si crede eh? 🙈😂
    Ciao ☺️

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