Viaggio di maturità 

Cerco le risposte che non troverò, le cerco perche’ l’importante e’ il viaggio non dove andrò
(Max Pezzali)

Zante. Tredici compagni di classe. Otto ragazze e cinque ragazzi. Un paio di appartamenti nella campagna, tredici biciclette scassate, un proprietario con la carabina, e nessun orario. Per me è stato più di un semplice viaggio. Sono partita senza sapere che cosa sarebbe successo, se il tempo sarebbe passato in fretta, sono partita con la paura di trovarmi sempre fuori posto, sempre di troppo, in mezzo agli amici veri, gli altri, avevo paura di non essere all’altezza, di non essere io. Ma in qualche modo, dentro di me, volevo quel viaggio più di qualsiasi altra cosa. Tredici pazzi con un’enorme voglia di divertirsi. Le nostre giornate erano strane, con la colazione a mezzogiorno, il pranzo alle cinque, la cena in piena notte, niente aveva senso, niente doveva averne. E’ perfino difficile descriverla, perché il tempo è volato via in un attimo, e non ricordo nemmeno lo scandire dei giorni, delle ore, le serate diverse che abbiamo passato assieme. Non è stato sempre facile convivere. Non sempre mi sono sentita veramente parte di qualcosa. Ma nonostante tutte le ombre, tutti i momenti più scuri, è stata la vacanza più bella. Ricorderò la spiaggia, il frisbee che decollava sulle nostre teste, i bagni in mare, e noi ragazze a chiacchierare con il costume a mollo tra le onde, ricorderò la musica di sottofondo che danzava dalle casse, e qualche foto rubata di nascosto, ricorderò il tramonto caldo della sera, nessuno che voleva andarsene via. Ricorderò il Mojito Beach, il nostro punto di ritrovo a qualsiasi ora, Angie e Fiorello, ormai come amici di sempre, la pita, i souvlaki, le omlette e i toast al bacon, i frappè che erano cappuccini con il ghiaccio, i bicchieri che puzzavano di aceto, ma erano una famiglia, e allora cosa si può chiedere di più? Il mio viaggio di maturità è stata una corsa contro il tempo, e un sedersi sopra il tempo per non farlo andare via. Abbiamo pedalato in bicicletta, abbiamo cantato sulla veranda, abbiamo cucinato la pasta con l’olio al limone, abbiamo brindato a Zante milioni di volte, ma ogni volta mi veniva la pelle d’oca. A Zante. Alla maturità. Si può tornare indietro? Ricorderò la mia prima alba in spiaggia, quasi in silenzio, con il rumore delle onde ed un anziano pescatore di ritorno dalla notte, tutti noi insieme, stretti sui lettini, ricorderò perfettamente quell’alba alle sei e mezza del mattino, il sole che è sorto così in fretta, magico, davanti a noi. Nell’aria vibrava Sunrise, e qualcuno vi sussurrava sopra qualche parola. Perché non posso riviverla adesso? Non c’è altro momento di questi sette giorni che io non ricordi, è come un film rivisto dieci volte, ne conosco le battute, le sensazioni, le emozioni, anche quando avrei voluto mollare tutto e andarmene via, anche quando immaginavo di mandarli a quel paese, anche quando ero convinta che la vacanza mi avrebbe fatto schifo. Ma eravamo maturi. Nel nostro modo di essere cretini, di fare la lotta con le magliette, di ruttare nel silenzio, di litigarci il cappello di paglia, eravamo maturi. Chi voleva, c’era. Chi non se la sentiva, restava con sé stesso. Libertà, follie, non saprei dire che cosa abbia prevalso, ma in questo momento mi manca tutto. Mi manca svegliarmi con i cookies al cioccolato, mi manca ritrovarsi in pigiama sulla veranda, mi manca il primo bagno del mattino, mi manca prendere il sole sul telo insabbiato, mi manca cenare tutti assieme, mi manca correre per salire sui taxi, anche in sei, sette, perché tanto ci si stava sempre, mi manca perfino ballare in discoteca, perché con loro era diverso, mi manca aspettare l’alba, con le persone giuste, quelle vere, che di alba non se ne sono persa una. Un capitolo speciale della mia vita che conserverò sempre, breve, di appena sette giorni, ma intenso e vivo come niente. Il cuore dell’essere amici e italiani, a cantare l’inno lungo le strade di Laganas, noi che abbiamo fatto chiudere i locali, spegnere le insegne al neon, noi che abbiamo invaso un bar per tredici crepe alla Nutella, alle cinque del mattino, noi che volevamo fare il bagno all’alba, ma siamo stati sfiorati da un tornado, noi che le abbiamo viste un po’ tutte in sette giorni, ma siamo sempre stati felici. Forse per me significa così tanto perché tutto è stato nuovo. Una vita che non mi è mai appartenuta, me la sono cucita addosso, anche quando a vedere l’alba eravamo soltanto in tre. Ho stupito tutti. Ma lo ammetto, adesso, che mi piace questa vita, e vorrei che questi sette giorni non fossero finiti mai. Non sono riuscita a salutare tutti quanti, alcuni li ho scorti appena andare via dall’aeroporto, ed è stato triste lasciarsi così, senza sapere se mai ci rivedremo così uniti, così folli, così maturi e giovani, a cantare di Maurizio – che non diventi un vizio. Nostalgica di un viaggio che mi è sempre appartenuto per metà. Ma a Zante non ho fatto altro che divertirmi. Tutti quei dubbi, quelle paure che avevo, se ne sono andate in pochi istanti, per quella capacità di stringerci attorno a un tavolo senza più differenze. E se un giorno dovessi ricordare tutti questi momenti assieme, forse mi scenderà una lacrima, forse non saprò più i nomi di chi c’era, ma qualcosa questo viaggio l’ha lasciata, una maturità che non ha numero e non ha voto. Era il nostro viaggio, e lo è stato fino all’ultima goccia. Ora ho soltanto voglia di ripartire.

Grazie ragazzi, per aver condiviso con me tanti momenti bellissimi: non ho mai saputo darvi tanto, ma voi in sette giorni mi avete dato quasi tutto.

29 pensieri su “Viaggio di maturità 

  1. Siete davvero stupendi.
    Io mi rammarico ancora che, per timidezza/paura, non mi unii ai compagni di classe che fecero l’interrail dopo maturità (giro in treno per visitare alcune importanti capitali europee).
    Specialmente per la loro visita al sexy live show di Amsterdam, ma non posso parlarne verrei bannato.
    Ciao!

    • Grazie mille! Anch’io ho altri compagni in interrail 😀 Devo dire che è stata una scelta combattuta e presa abbastanza all’improvviso dopo un litigio… lunga storia, e io ho cambiato idea almeno 3 o 4 volte… non sono pentita ma credo che da sola forse non avrei scelto di andarci,proprio per quella paura e timidezza 🙂

  2. Quanti bei ricordi che ti sei creata! Anche io avrei desiderato moltissimo una vacanza del genere, in un gruppo che mi spronasse a vestire abiti nuovi rispetto ai miei soliti, ma purtroppo quest anno non è potuto accadere. Confido nel prossimo anno…
    Ti auguro di terminare l’estate in modo altrettanto divertente e maturo!

    • Ma grazie! Ti confesso che non è stato facile accettare, siamo stati una classe difficile, io e il mio gruppo di amiche siamo sempre state nell’angolo, le uscite in gruppo non si facevano mai… quando è uscita la proposta all’inizio abbiamo perfino detto di no, poi per una serie di cose ci siamo trovate là 😁 Certo alcune antipatie non si risolvono anzi… Sono sicura che anche tu troverai la compagnia e l’occasione per una bella vacanza, la cosa importante in fondo sono gli amici 😉
      Posso chiedere chi sei delle due? 🙂

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