Ventilatore o aria condizionata?
Temperatura: trenta gradi. Inizio a tastare il tavolo in cerca di un foglio usato per sventolarmi. Trentuno gradi. Inizio a sventolarmi forsennatamente con entrambe le mani, come un polpo impazzito. Trentadue gradi. Soffio violento in direzione verticale che oltrepassi la maglietta, per far prendere aria all’ombelico. Trentatré gradi. È il momento del ventilatore. Ah se lo avessi! Un tornado d’aria bollente che asciuga le goccioline di sudore sulla fronte, che spruzza la polvere negli angolini remoti, che ruota il capo e per cinque interminabili secondi ti fa sentire soffocare. Una salvezza. Per lo meno ti illudi che l’aria si muova. È una sensazione meravigliosa piazzare la faccia davanti alle pale in movimento, chiudere gli occhi e finalmente respirare.
Il ventilatore pare essere sano, almeno se non fosse per quegli strati di polvere di dieci anni fossilizzata tra i buchini. Eppure in questi giorni sono arrivata ad una conclusione: colui che ha inventato l’aria condizionata merita il Nobel per la pace. Temperatura: trentotto gradi. Percepita: sessanta. Aggiungi che l’auto è nera e assorbe un calore ustionante, il volante tra poco prende fuoco, e il sole picchia esattamente contro il vetro davanti. O scendi, o accendi l’aria condizionata. Certo, il mio macchinino ansima, sbuffa, tarda a ripartire, ma circola nell’ambiente una piacevole aria gelida che mi blocca le caviglie. Ah che sensazione! Devo ammettere che cerco di usarla il meno possibile, perché sentire la macchina ansimare non mi piace. In casa è tutto un altro discorso. Si cerca di sopravvivere, diciamo così. Si cerca la corrente d’aria naturale, quella che fa sbattere le finestre, e mio padre subito “SI ROMPONO!”, quella che fa volare i fogli da una stanza all’altra, e chi li ritrova più, quella che ti fa illudere che sarà una giornata fresca. Mai. Alle undici del mattino ecco che s’accende come un forno in modalità grill. Studio da che parte arriva, e cerco di porvi rimedio di conseguenza. Mi posto. Scappo. Mi rifugio là dove ancora c’è un’aria temperata. La cosa cambia nel pomeriggio, in quell’orario tra l’una e le tre, un concentrato di radiazioni ultraviolette che tu le guardi e pensi “Queste ammazzano”. Satana volle che fossi sotto esame, e la situazione fosse questa. Ora, per evitare di avere una crisi di nervi o di finire al Pronto Soccorso per sbalzo termico (a valori estremi di temperatura corporea le proteine denaturano, tra le altre cose… E scienze la so!), ho acceso l’aria condizionata. Un freschino meraviglioso. Non ne sono amante, specialmente dopo che mi son presa un mal di gola che m’è durato tutto il mese di giugno. Ma è una specie di ancora di salvezza. Certo, ha avuto la sua lunga storia di problemi. Il condizionatore del salotto per anni ci ha fatti dannare pisciando acqua sul pavimento. Ci abbiamo rimesso un quadro. Piccole rinunce che oggi idolatro come uno spirito divino. E vi assicuro che ha salvato come minimo la mia carriera scolastica, perché posso studiare senza occupare entrambe le mani con ventagli artigianali, senza esclamare ogni due minuti “CHE CALDO!” pensando che il cielo mi ascolti, senza dover cambiare vestiti perché quelli che indosso sembrano usciti appena dalla lavatrice. Lo so che l’aria condizionata fa peggio. Che nei negozi tengono una temperatura di cinque gradi e ti prendi una bronchite acuta al solo pensiero di entrarci. Lo so che la sera va spenta, lo faccio. Ma in quelle ore bollenti di caldo, a volte penso a come avrei fatto senza l’aria condizionata. Perfino mio nonno ci si stende sotto. La mia conclusione? Ci vorrebbero entrambe le cose, a portata di mano. E se Madre Natura ci concedesse un temporale ogni tanto, sarebbe tutto più facile. Ma non piove da settimane, poco di manca che il sindaco dichiari lo stato di calamità e razioni l’acqua, ed io dovrei forse sopravvivere con due pezzi di plastica che ruotano? Inutile negarlo, l’aria condizionata a volte ti cambia la giornata. A nostro rischio e pericolo, certo, rischio che prevede dal torcicollo alla polmonite, ma c’è pur sempre quella percentuale di piacere da considerare.
E voi che cosa preferite, ventilatore o aria condizionata?
Ventilatore😁😁😁
Piacevole, si 😀
Io del condizionatore uso la funzione deumidificazione, l’aria padana è densa come una fetta di budino, poi sono piuttosto delicata e con l’aria gelida starei tutto il tempo in bagno…per non parlare del fatto di dover affrontare lo sbalzo termico freezer-inferno, se malauguratamente mi capita di dover aprire la porta…
Ah conosco bene l’aria padana… l’afa, l’umidità che ti appiccica la pelle… per lo sbalzo termico, ho risolto che la porta non la apro 😂
l’aria condizionata che mantiene una temperatura costante sui 20-22 gradi sarebbe l’ideale; non inferiore altrimenti ci si uccide. Se fuori c’è un minimo di venticello può esser già utile il ventilatore…ci si barcamena alla meglio, doccia compresa 🙂
Ah la doccia funziona sempre, fosse per me ci dormirei 😅
Deumidificatore! 😉
Saggia 😀
ENTRAMBI 😀
Circondato 😅
Eh si… dalle Penny!
Il ventilatore andava bene prima che scoprissi il condizionatore. Ora il telecomando del condizionatore è diventato il mio scettro del potere: non potrei vivere senza! Giorno o notte che sia, lo imposto come deumidificatore e così torno a respirare senza rischiare il collasso o i dolori da aria eccessivamente fredda 😍 Comunque lo accendo solo quando diventa impossibile la sopravvivenza tanto da non riuscire più a studiare causa temperature eccessive. Anche perché le compagnie elettriche mi amano già abbastanza a guardare le bollette 😅😅
Hahahaha! Io sono nota per consumi esagerati di acqua invece… docce a ripetizione 😅
Ventilatore.
Solo perché non ho il condizionatore☺️
Oggi si muore. Il temporale ha smosso una calura infernale🙃
Non dirlo… si sta peggio di prima 😯
Si muore🔥
Odio il condizionatore. Lo odio da quando lo usano neii supermercati, dentro c’è un semicongelamento, quando entro la mia ipertensione fa un balzo in avanti, le arterie si restringono dal raccapriccio ed io incomincio ad averi sintomi da immediato ricorso al pronto soccorso. Faccio la spesa il più velocemente possibile. Quando esco, poiché vado a piedi, i 40 gradi all’ombra che ci sono nel tragitto dal supermercato a casa, provocano una dilatazione delle arterie tale da far scendere la pressione sotto ai calcagni, la testa è vacua, gli sbadigli slogano le mascelle. Lo fanno apposta, così i vecchi come me se vanno presto al creatore e lo stato risparmia sulle pensioni. Ogni giorno, qui al paesello, vengono chiamate tre, quattro autoambulanze, sono contenta che le sento, così so che non sono per me.
Casa mia è stata fatta con il poroton, muri freschi d’estate, caldi d’inverno, alla faccia dei climatizzatori e condizionatori: mi basta aprire le finestre in contr’aria e l’aria che entra spadroneggia in ogni stanza. Chiudo le finestre su cui batte il sole, abbasso le tapparelle e il caldo e il mondo restano fuori. Un fazzoletto umido sulla fronte e sulle tempie, ogni tanto rinfresca dolcemente e reidrata. Acqua tiepida da bere, aromatizzata con fettine di limone e una doccia bollente al mattino e alla sera.
E il condizionatore non mi piace anche per il nome che ha, non mi piace essere condizionata, voglio essere libera.
Alle ultime tre righe mi inchino, il nome suona davvero male hai ragione… c’è da dire che nei supermercati tengono sempre 10 gradi, fa male a bambini adulti anziani… 🙂
Air ma posizionata sui 27 / 28 °
altrimenti parliamo di cella frigorifera
😉
ma se è proprio caldo la metto a 26° eheheheheheh
Già più Umano 😅
Fino a 25 posso scendere 😆
ma non oltre …
eheheheheh 😉
Ventilatore…ma le mie querce non le batte nessuno 🙂
E meno male, se son querce 😀