Gita al lago di Como – Primo giorno

Primo giorno.
Il lago di Como siede come un gigante ai miei piedi, azzurro come il mare in agosto, ma stranamente calmo. Lo ammiro dall’alto di quell’erta salita nascosta tra gli alberi, nei tratti azzurri che per pochi istanti abbagliano il mio percorso. Sono giunta nel paesino di Bellagio, una minuscola perla che fa da nodo tra i due rami del grande lago, e passeggiando per le strade potresti respirare l’aria di primavera che penetra fin sotto la pelle, fin dentro al sangue, calda, pulita. Il sole taglia il paese in tanti frammenti ombrosi, tra il verde dei giardini, l’oro delle ville, l’azzurro del cielo, il blu del lago. Scendo lungo un viale ciottolato, e la riva è lì a pochi passi, furiosa per il vento violento. Le onde rimbalzano minute sul pontile e sul marciapiede, mentre le anatre navigano tranquille nella tempesta, quasi si stiano divertendo per il gioco. Tutto attorno, il verde, come il muschio che abbraccia gli scogli in fondo al mare. Lo sguardo si perde nell’infinito racchiuso tra le terre di Como e di Lecco, i due rami discendono verso il mezzogiorno puntando all’Equatore. Dal traghetto pare che il lago non abbia fine, a destra un gomitolo di case, a sinistra un’isoletta, davanti un incrocio come se l’acqua fosse divenuta asfalto. Un arcobaleno nasce dalla schiuma delle onde che il traghetto taglia come un coltello, solleticando la superficie dell’acqua come un volo d’uccello. Infine scendo. Mi trovo a Varenna, un nido circondato da una cancellata rossa d’amore, che insegue il lago come se dopo il monte dovesse finire, e invece non finisce mai. Le barche giacciono insabbiate sulla riva, e le lascio alle mie spalle incamminandomi lungo un sentiero fiorito dipinto di primavera, colori accesi, libertà. Mi affaccio alla ringhiera rossa e quasi mi sembra di poter sfiorare l’acqua chiara, profonda, in qualche modo severa. Son paesini che vivono dellossigeno del lago, e da quella stessa ringhiera ne scorgo altri, disposti come meduse sulla battigia, color del mattone. Ricerco le foto perfette, consapevole che la magia di quella melodia di sottofondo, del fruscio delle onde che ritornano da dove sono partite, in una foto non ci entrerà mai. Forse sono i colori, i vasi di fiori appoggiati ai balconi, la nitidezza delle Alpi innevate in lontananza, nascoste dalla nebbia, ma mi sembra d’essere in un angolo di paradiso. Una villa si apre ad una veduta quasi sublime, accarezzata da un vento che non allontana il sole. Sono in alto, lontano dal lago. Le palme riportano il mondo circostante ad una dimensione fiabesca, come se non esistesse più un luogo, più un tempo, più una dimensione. Il giallo dei fiori sbocciati da poco fa da cornice alle fotografie che scatto come fossero cartoline, e forse son io che mi meraviglio, ma in quella foresta di rose e di viole mi pare di nuotare in un giardino segreto. La villa nasconde il tesoro del passato, nelle stanze arredate in cui il tempo giace fermo da secoli, e dalle finestre ancora fa capolino il lago come un gigante, preoccupato di smarrire la sua estensione magistrale. Sul finire del pomeriggio rimane il lungolago di Bellagio, una scacchiera di aiuole primaverili dipinte di tempera, ed un profumo di dolcezza che raggiunge la strada negli spruzzi delle onde ribelli. E poi un albergo, protetto dal portagioie più piccolo che porta il nome di Veleso, duecentocinquanta abitanti. Una scritta sul muro recita “Casa dolce casa”. E mi sento a casa così, lontana da tutto e da tutti, con il grande lago di Como dinnanzi, e lontano le luci di Malpensa che brillano come stelle. Davanti, un campanile che emana una luce bianca mi indica che la notte sta per arrivare, e forse fa troppo freddo anche per me per rimanere fuori a guardare il cielo.

6 pensieri su “Gita al lago di Como – Primo giorno

  1. Non sono mai stato al Lago di Como, pur avendone avuto mille possibilità, con una zia che abitava nei paraggi che mi ha invitato per anni.
    Per qualche strano motivo ho sempre declinato, pur pentendomene.
    Il tuo ritratto di questo bellissimo luogo mi ha fatto pensare che devo andarci appena possibile.

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