“Caro Babbo Natale, io vorrei che quest’anno per Natale tutti diventassero più buoni e io più figa (questo lo chiedo ogni anno però…). Se pensi che, anche per te che sei babbo, esaudire questo desiderio sia proprio una mission impossible, calami pure giù dalla canna fumaria un assegno da 5.000 euro che me lo faccio bastare”
(Luciana Litizzetto)
Caro Babbo Natale, è troppo se ti chiedo di pensare un poco anche a me? Lo so che avrai parecchio da fare, e dovrai correre in Africa, dai bimbi più poveri, e in Siria, a coccolare quelle genti martoriate e ferite come carne al macello, so che cercherai di fermare l’emorragia del mondo con la tua magia, so che non ti fermerai nemmeno davanti alle cannonate in pieno deserto, o davanti alla disillusione, il più triste peccato di chi non riesce più a guardare oltre l’orizzonte e oltre le stelle. So che non ti basterà una notte per sistemare questo disastro, questo alluvione di errori che neppure noi siamo in grado di fermare, e non potrai distribuire altro che regali e speranza, fiducia e un poco di gioia, tu, Babbo Natale, che spesso arrivi di nascosto e nessuno ti vede. Ma io lo sento, so che ci sarai anche quest’anno, nell’aria, come un profumo che si libera dalla candela. E vorrei chiederti di pensare un poco anche a me. Non sono stata buona come avrei dovuto, non sono stata egregia, perfetta, nemmeno ammirevole, non sai quante volte ho esternato la mia rabbia con le parolacce più violente, quante volte ho cercato di affettare le teste altrui con il solo sguardo, quante volte ho meditato e involontariamente sognato di agire, e poi non l’ho fatto. Sono una specie di bimba ribelle, anticonvenzionale, e per il solo fatto che mi sto rivolgendo a te, forse potrei sembrare risibile. Ma vedi, Babbo Natale, non ti chiedo di pensare soltanto a me. Ti chiedo di ascoltarmi.
Per la mia mamma, perché non trovo mai le parole giuste per rivolgermi a lei, per dirle quanto bene le voglio, non ci riesco. Ti chiedo di regalarle un po’ di serenità in più, quel senso di pace e di calore che certe volte scompare, e a me fa paura. Come una bambina intimidita dal mondo dei grandi, forse sono scappata troppe volte da lei, come scappavo da te quando ti sentivo lasciar cadere i regali sul pavimento, e non le ho mai detto veramente chi sono, non le ho mai dato quell’abbraccio che a volte vorrei ricevere io, non so nemmeno perché, ma ecco, Babbo Natale, aiutami. Fa’ in modo che il suo Natale sia felice, che i demoni dei ricordi più dolorosi restino chiusi in un subconscio dimenticato, e che capisca ancora una volta, da un minuscolo bigliettino di auguri, che dietro ogni pensiero io ci sono.
Per il mio papà, perché sarà sempre per me un eroe. Come chi sa cavalcare le onde, ha vinto ogni tempesta, e magari è caduto, poi si è rialzato, ma perfino con l’acqua fin sotto la gola mi cercava, mi chiamava, per sapere se io fossi felice. Per me ha sempre fatto tutto, e in questo tutto a volte mi sono sentita persa, perché è un tutto esageratamente grande e sconfinato, eppure dietro quel suo tutto c’era l’amore di un padre, infrangibile, marmoreo. A volte lo dimentico, e lo so che sbaglio, che fa parte del mio essere una bimba ribelle, e probabilmente ci sono lettere che meritano di essere lette, più di questa, ma fa’ in modo che il Natale del mio papà sia felice, nel poco che sempre riceve, che non è tutto ma in quel poco c’è tutto il mio cuore.
Per mio nonno, lui che è rimasto solo da pochi mesi, lui che forse conta sulle dita gli anni che ancora gli restano da vivere, i più tristi, i più vuoti, i più lontani. Penso a quando anni fa era il mio migliore amico, e con lui correvo nel parco dietro ad un pallone, con lui giocavo a carte, con lui mangiavo il gelato di metà pomeriggio in pieno agosto, ed ora non c’è più nulla di tutto questo, perfino casa sua, quella che conosco come le mie tasche, sembra diversa. Ha perso un pezzo enorme della sua vita. L’ho visto piangere per la prima volta. E per la prima volta ho pianto anch’io, davanti a lui, sulla sua spalla, stringendolo come non avevo mai fatto. Non posso chiederti di rendere il suo Natale un Natale felice, sei bravo, ma non fai alcun miracolo, così ti chiedo soltanto di accarezzarlo, con l’aura magica che ti porti dietro, accarezzarlo nelle ferite più fresche, per farlo sentire meno solo.
Per mia zia, che finalmente ha trovato un nuovo posto, come un cantuccio in cui rifugiarsi dopo anni di cammino, per lei perché ha attraversato l’oceano a nuoto, e con le sue braccia ha scavato anche la terra più dura, ma dal dolore e dalla sfortuna è uscita, ed oggi la vedo di nuovo felice. E’ bellissimo. E’ speciale vederla stringere la mano di un uomo, e cucinare al suo fianco, raccontarmi la loro storia, con quel pudore quasi adolescenziale, e scherzare come due bambini, sognare come due bambini, vivere come due bambini. Forse abbiamo tutti tanto tempo da recuperare, io sto recuperando uno zio, che ho conosciuto passo dopo passo ed ora mi saluta con un bacio sulla guancia, e lei sta recuperando l’amore. Babbo Natale, fa’ che il suo cammino proceda così, nella melodia perfetta della strada, senza che alcun sasso intralci i suoi passi adulti.
In questo Natale non posso non chiederti di pensare un poco anche alle amiche, quelle persone che sono entrate nella mia vita porta dopo porta, fino al cuore, ed oggi sono per me indispensabili, come un pezzo di un puzzle che non completeremo mai. Ci siamo scambiate i regali di Natale, e per significa tanto, forse più di tutti avrei voluto conservare i pacchetti intatti, così, avvolti nella carta stropicciata con il mio nome scritto sopra. E’ che a volte ho come la sensazione di non riuscire a dimostrare tutto quello che loro dimostrano a me. Sbaglio, Babbo Natale? Ci tengo tanto, a loro, perché so di poter contare sempre su di una spalla morbida e amica, ed anche quando ho avuto la sensazione di appoggiarmi sul vuoto, una carezza, una parola, un’ombra, e ho ritrovato la forza di crederci. Non so nemmeno che cosa chiederti, Babbo Natale, perché non so che cosa vorrebbero davvero, ci sono pagine delle loro storie che ancora devo leggere, soltanto felicità? E se fosse troppo oppure troppo poco? Fa’ che il loro Natale sia come lo desiderano, e se puoi, ascolta i loro cuori, anche se non ti scrivono una lettera infantile come sto facendo io, ascolta i loro sogni e magari, in futuro, se vuoi, lascia cadere nelle loro camere un poco di magia.
Non ho finito, perché c’è una persona di cui non ti ho chiesto niente, eppure non faccio che pensarci. Lo sai, di chi parlo, lo sai perché mi conosci, per te sono un libro aperto. Tempo fa ti avrei chiesto di accompagnarla verso la strada giusta, di renderla felice, ma felice davvero, e di aiutarla a capire che a volte ci si inganna da soli, ci si affida alle persone sbagliate, ci si appoggia a muri di cartone. Ma oggi, che cosa posso chiederti? Mi sembra così perfetta, dentro e fuori. Forse perché è un po’ come me, sorride sempre, anche quando una ferita nascosta sta sanguinando, ed io non lo so se nel profondo protegge qualche desiderio, qualche sogno irrealizzato, e se prova qualche delusione, qualche forma di rabbia, di tristezza, io non lo so. Ma tu lo sai sicuramente. Babbo Natale, non ti chiedo di dirmelo, non potrei mai. Ma vorrei che ti addentrassi nel suo mondo, e lo rendessi migliore. Fa’ che il suo Natale sia meraviglioso, per quanto possibile perfetto, perché ha fatto tanto per me, e mi mancherà durante questi giorni lontani, mi mancherà non ascoltarla più, entusiasta per le più semplici cose, mi mancherà ridere di nascosto con lei, e guardarla colorare il libro durante le lezioni di inglese, ecco, non ti chiedo di regalarmi tutto questo, ma di regalarlo a lei. Se puoi, vorrei che nella sua vita si sentisse un poco come mi sento anche io: nel posto giusto. Non accadrà sempre, perché bisogna anche perdersi per andare nella direzione corretta, ma lei se lo merita, merita tutto il meglio del mondo.
Potrei aver finito, oppure no. Sono tante le persone di cui vorrei parlarti, Babbo Natale, perché ci è concessa una sola occasione all’anno, e ancora non ti ho chiesto niente per me. Potrei domandarti un po’ di fortuna, quel culo che a volte è necessario per procedere senza farsi del male, potrei chiederti coraggio, come il leone lo domanda al Mago di Oz, potrei chiederti di conoscere certe risposte, ma perderei l’illusione, la magia del non sapere ma andare avanti lo stesso. Potrei chiederti di diventare più figa, come ti ha chiesto Luciana Litizzetto, e come penso ti chiedano tutte le donne, potrei chiederti una villa al mare, potrei chiederti di cancellare la cellulite, potrei chiederti di rivelarmi certi pettegolezzi da pianerottolo che mi incuriosiscono. Ma non lo faccio. Perché più importante di me, più importante di tutte le persone di cui ti ho parlato, è il mondo.
Babbo Natale, è troppo se ti chiedo di mollare la slitta e le tue renne, di scendere sulla terra e portare la Pace? Puoi farlo? Io non lo so. Probabilmente te lo chiedo ogni anno, e non mi rendo conto che non sei altro che un pupazzo sovrappeso vestito di rosso, ma come può essere Natale se da una parte cadono regali, e dietro l’angolo piovono bombe? Ti chiedo di cambiare le cose, Babbo Natale. E se ci riesci, forse ti chiederò di renderci tutti più fighi e fortunati, con un bel culo, e magari una villa al mare, perché in fondo bisogna essere anche un po’ egoisti e godersi questa vita, ma per ora ti chiedo solo questo. Pace e felicità per tutti. Utopistico, dici?
Ciao Babbo Natale, e al prossimo anno. Fai buon viaggio.
bella, delicata, commovente…brava!
Grazie infinite! Ci tenevo :))
Molto emozionante. Ha costellato d’argento i miei occhi…..
Grazie, Penny
Grazie davvero di cuore per il commento 😘
A te. Per il tuo grande cuore…
Molto bella, scrivi davvero belle cose e le scrivi davvero bene.
Mi ha colpito in particolare il riferimento a tuo nonno, a lui i miei pensieri, lo vedo come mio padre.
Ti ringrazio davvero! È una letterina a cui tengo tanto, e magari non avrei il coraggio di esprimere a voce… :))
Prima ho letto e ho visto il post dove suoni, ora questa lettera. Sei una bellissima persona! Lo si sente dalle parole che scrivi, lo si sente brava non cambiare mai, ehy penny posso chiederti solo come ti chiami? Auguri!
Grazie davvero di cuore! Così mi fai arrossire, sei gentilissima 😘
Il mio nome è Giorgia, Gio per gli amici 😉
Allora tanti auguri gio! Ma non sono gentilissima se proprio è, son gentilissimo! Simone o zilly x gli amici!
Opss scusa hahaha! 😂 Gentilissimo :))