Matteo lasciò la spiaggia appena tornato agli ombrelloni, e Alice non era solo confusa: peggio. “Allora?”. Chissà cosa si aspettavano i suoi genitori, quali risvolti romantici tra lei e il ragazzo bianco cadavere. “Ma boh, niente, non ha detto una parola”, “Come?”, “Solo come si chiama”, “E come si chiama?”, “Matteo”. “Beh, adesso giocherai sempre con lui”, “Papà! Ti prego, mi sembra di giocare con un bambino, sempre lì a calciare, avanti e indietro, avanti e indietro… ma non si stanca mai?”. Tornarono in albergo poco dopo, e Alice scrisse a Marta un messaggio: “L’UNICA PERSONA CHE SI È DEGNATO DI FARE LA MIA CONOSCENZA È UN TIPO MEZZO MUTO CHE AMA CALCIARE IL PALLONE IN RIVA AL MARE. PUÒ ANDARE PEGGIO DI COSÌ?”, tutto in maiuscolo, perché voleva che rispondesse in fretta. Se lo domandava davvero. E se prima non avevo granché voglia di stare in spiaggia ad arrostire come uno spiedino, ora ne aveva ancora meno. Maledisse il momento in cui i loro sguardi si erano incrociati, ed anche suo padre, che aveva esposto la sua brillante, si fa per dire, idea. La sera, a cena, Alice lo incontrò di nuovo, quel ragazzo, e per qualche strana ragione si sentì di sorridergli. In fondo era solo anche lui, e si vedeva lontano ch8lometri che non aveva voglia di rimanere un giorno in più. Eppure per qualche strana ragione rispose al sorriso con un sorriso, e si andò a sedere al tavolo. Alla luce artificiale la sua pelle non era solo bianca, assorbiva anche il colore giallastro delle lampadine sul soffitto, smorzato dai capelli rossicci ben pettinati. Alice temeva di trovarselo di fronte la mattina successiva, temeva di dover giocare ancora a palla, di trascorrere l’intera mattina così, cambiando ogni tanto gamba per colpire perché l’altra non si atrofizzasse. E invece successe. Verso le dieci del mattino scese in spiaggia, lui, con gli occhi semichiusi per il sole che picchiava sulla faccia. Si spalmò la crema solare e senza nemmeno svestirsi si sedette sul lettino all’ombra, come il pomeriggio precedente. Suo padre trafficava nella borsa in una maniera goffa, che Alice interpretò come una malriuscita finzione. Sussurrava “Dai” al figlio, che giaceva apatico davanti a lui. Poi lo vide alzarsi, Matteo stesso, e venire da lei con il pallone. Questa volta era lui che sembrava un gigante. “Ti va se giochiamo?”. No, non le andava per niente. “Sì”. Si alzò dal lettino e si pose al suo fianco. Era più alto di lei, ma era magrissimo, le costole sporgevano dalla pelle, e le lentiggini donavano un tocco scuro al suo corpo guardandolo da vicino. “E se giochiamo a pallavolo?”, “Mi stanco”, “Per due tiri ti stanchi?”, “No, per due tiri no”. Giocavano per una decina di minuti, e lui si sentiva terribilmente a disagio, glielo si leggeva in faccia. Forse era stanco davvero, forse la sera prima era andato a qualche festa e aveva dormito poco, o forse semplicemente odiava la pallavolo. Sta di fatto che dopo poco tempo fermò la palla e chiese “Ti va se torniamo un po’ su?”. Alice acconsentì, e un poco si sentiva in colpa, perché non lo capiva ma non aveva il coraggio di chiedergli nulla. I tre genitori parevano stare aspettando di vederli ritornare, e una volta che si sedettero sui rispettivi lettini calò il silenzio. “Già finito?”, “Sì”, rispose Alice suo padre. E da un poco lontano sentì Matteo dire “Al massimo ci torniamo dopo”.
Continua…
Capitoli precedenti:
● https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2016/08/08/un-improvvisato-racconto-estivo-capitolo-primo/
● https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2016/08/09/un-improvvisato-racconto-estivo-capitolo-secondo/
● https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2016/08/10/un-improvvisato-racconto-estivo-capitolo-terzo/
● https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2016/08/11/un-improvvisato-racconto-estivo-capitolo-quarto/
● https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2016/08/12/un-improvvisato-racconto-estivo-capitolo-quinto/
● https://ilmondodelleparole.wordpress.com/2016/08/13/un-improvvisato-racconto-estivo-capitolo-sesto/
😳 che strano… Ormai Avevano rotto il ghiaccio… Bah chissà ☺️ sono curiosa 😅
Buon ferragosto 😘
Essere riuscita a incuriosirti è già per me tanto, davvero! :)) Mi fa piacere che segui il racconto con interesse 😉
Buon ferragosto!
Si quando riesco mi piace seguire i racconti a puntate e questo mi fa sorridere e mi ricorda la tenerezza del l’adolescenza ☺️
Scusami se lascio dei piccoli commenti, ma quel che mi viene in mente mi piace esprimerlo 😅
Buona serata 😘
In effetti essendo adolescente trasmetto un po’ anche il mio mondo con questo racconto 😉 Mi piacciono i tuoi commenti, davvero! È interessante sapere che cosa pensano gli altri :))
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“…È UN TIPO MEZZO MUTO…” 🙂
Eh si 😅
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