Scruto questa Sicilia da un finestrino
Bella, tanto
Vicolo d’una città denominata Erice
Piena d’una sorta d’atmosfera fiabesca
Come tutto è più grande d’un sol piede
E mi figuro da questo balcone Garibaldi del milleottocentosessantadue
Leggere dal marmo affisso accanto
Ma sto sempre a guardare in alto
Possibile?
A Marsala m’han fatto ubriacare
E poi diretti ad altre meraviglie
Troviamoci a Selinunte
Piccoli avanti al tempio e
E poi distanti
Tutto un gioco di prospettive
Avanzano tanti ricordi tra le macerie
Una colonna ch’ancora mi guarda
E poi colline, ch’un tempo eran di preghiera
Ma dite voi come può non incantare
Un tal posto che pare paradiso?
E’ tutto un tempo andato
Tranne l’ombra d’un albero
E forse pure il mare si sente stanco
L’inseguo da ogni dove ad ogni tempo
E intano una città mi si figura nella testa
Di ciò che ora non par poter tornare
Ancora mare
Sapevate che gli antichi usavano far il bagno?
Sapevate ch’avevano le loro tombe?
Sapevate che la mensa era a buffet?
E poi ancora mare, ed io lo bacio con gl’occhi
Vicino e lontano
Scende piano la sera, ma il tempo non scorre per l’antico
Solo per me
Che guardo in tramonto ad Agrigento
Stupefacenti descrizioni e fotografie, come sempre.
Io siciliana, che conosco bene cio’ che ci fai vedere, mi estasio e mi commuovo.
Grazie
Mi commuovo io a sentirtelo dire! Grazie infinite per i complimenti, si vede che ami la tua terra e fai bene!
Un abbraccio 🙂